Sono oltre 100 milioni nel mondo le donne e le ragazze che hanno subito la pratica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) e circa 3 milioni ogni anno quelle a rischio, secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. La pratica, diffusa in gran parte dell'Africa, Medio Oriente e in alcune zone dell'Asia e dell'America Latina, è oggi un fenomeno che riguarda anche l'Europa. Dati certi sulla diffusione delle MGF nei paesi europei non sono noti, anche se il Parlamento europeo stima che siano circa 500.000 le donne e le ragazze che convivono con le mutilazioni genitali femminili sul nostro territorio. La Convenzione di Istanbul è il primo trattato a riconoscere l'esistenza delle MGF in Europa e la necessità di affrontare il fenomeno in modo sistematico. Ma occorre creare occasioni, come quella di domani alla Camera, per parlare della Convezione in relazione alle MGF, informare delle azioni di altri paesi europei nella lotta contro il fenomeno e discutere quelle del nostro paese. Le MGF sono una grave violazione dei diritti umani di donne e ragazze. È quindi fondamentale che la comunità internazionale, i governi e la società civile si mobilitino contro questa forma di violenza di genere. Per questo è necessario sviluppare strategie e piani d'azione che puntino alla prevenzione della pratica e ad abbattere gli stereotipi di genere.
In allegato il testo della convenzione di Istanbul