Il voto unanime con cui il Senato ha approvato in via definitiva la legge di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), rappresenta un forte segnale di cambiamento culturale nella lotta alla violenza di genere. L'Italia è il quinto paese dopo l'Albania, il Montenegro, il Portogallo e la Turchia, ad aver ratificato la Convenzione, che però, per entrare in vigore, ha bisogno della ratifica di dieci paesi, di cui almeno otto devono essere membri del Consiglio d'Europa.La Convenzione, è il primo strumento giuridicamente vincolante per gli stati in materia di violenza sulle donne e violenza domestica; contiene misure per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e i procedimenti penali per i colpevoli; definisce e criminalizza le diverse forme di violenza contro le donne tra cui il matrimonio forzato, le mutilazioni dei genitali femminili, lo stalking, le violenze fisiche e psicologiche e la violenza sessuale. Inoltre, la Convenzione prevede un preciso numero di centri antiviolenza e l'impegno dell'Italia deve essere quello di tradurre in azione concreta il reperimento di fondi in modo da aumentare l'estensione della rete dei centri antiviolenza.Affinchè la Convenzione di Istanbul sia davvero uno strumento giuridico efficace, occorrerà premere sugli altri Stati perché la ratifichino sollecitamente, e una volta entrata in vigore sarà necessario assicurarne l'attuazione e diffonderne lo spirito.
In allegato la Convenzione.