Care e Cari,
In queste ore si è aperta la discussione intorno ai contenuti alla legge di Bilancio e al rinnovo dei CCNL 2019/2021. Vorremmo condividere con voi alcune riflessioni che supportino l’azione del Sindacato Confederale in questa fase di confronto con il Governo. Abbiamo sottoscritto nella scorsa stagione i contratti 2016/2018 che hanno sbloccato la contrattazione collettiva dopo oltre 9 anni di blocco imposto per via legislativa, che la stessa Corte Costituzionale ha giudicato
un sacrificio intollerabile nel suo perdurare a danno dei lavoratori dei settori pubblici.
Rinnovare i contratti nazionali in una situazione di perdurante crisi economica e con politiche di contenimento della spesa pubblica non è mai un’impresa semplice per lavoratori i cui datori di lavoro sono lo Stato e le Pubbliche Amministrazioni - che non valutano gli aumenti contrattuali in base alla produttività o alle normali regole della negoziazione economica degli incrementi retributivi (che dovrebbe considerare, di norma, molteplici elementi, quali: indicatori economici, andamenti di settore, l’esigenza di recuperare potere d’acquisto e redistribuire produttività per valorizzare la professionalità dei lavoratori) - ma che partono dalle disponibilità della finanza pubblica.
Per questo, da sempre, chiediamo di sottrarre alla legge l’intervento sulla contrattazione nei settori pubblici, restituendo autonomia alla negoziazione sia sui diritti che sulle dinamiche economiche. Sarebbe più giusto decidere tra le parti il valore degli incrementi economici e poi avviare un negoziato con il Governo per compilare la legge di Bilancio. Se si fa l’operazione contraria bisognerà sempre adattare le disponibilità residue alle aspettative dei lavoratori.(...)
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