Il 25 aprile cade quest'anno in un momento di complessità e fragilità assolute, in un' Europa in cui pericolosamente il tempo sembra essere tornato indietro a un'epoca in cui civiltà e pratiche democratiche sono state violate. Guerre, migliaia di esseri umani in fuga dai paesi di origine, una politica incapace di dare risposte ad una società che reclama tanto la soddisfazione di interessi primari, quanto di rimettere al centro la persona, il lavoro, la solidarietà. La pericolosa proliferazione di partiti e movimenti xenofobi, impongono necessariamente una riflessione e prese di posizione non più rinviabili. Certamente non è questa la società auspicata dai resistenti europei, quell'Europa sognata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni. Per una Festa che sia di robusta memoria e sguardo rivolto verso l'immediato futuro, che ricordi il settantunesimo anniversario della Liberazione e i 70 anni della Repubblica e del voto alle donne, ci uniamo all'appello promosso dall'Anpi di Milano, che rimettiamo di seguito.
"Antifascismo, democrazia, solidarietà. Mai come oggi la pace, bene prezioso conquistato dalla Resistenza italiana ed europea è in serio pericolo. La guerra è - di per sé - il contrario dei diritti umani, perché ogni guerra, necessariamente, li calpesta e non di rado li annulla. Ma i diritti umani sono il fondamento della nostra convivenza, messa seriamente in discussione dallo stragismo jihadista che ha provocato centinaia di vittime innocenti a Parigi e a Bruxelles.Dalle guerre e dalla fame stanno fuggendo centinaia di migliaia di esseri umani che cercano accoglienza e rifugio nel nostro continente. Ma l’Europa, nella quale si sta pericolosamente ripresentando il virus del nazionalismo e della xenofobia, sembra soltanto capace di erigere muri, reticolati e barriere di filo spinato. Non è questa l’Europa sognata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi , Eugenio Colorni nel Manifesto di Ventotene e dai Resistenti europei. Quella era un’Europa fondata sui principi di solidarietà, accoglienza e che guardava alle sofferenze della gente. E’ urgente ripristinare quella sensibilità civile, quell’attenzione ai più deboli, cardini di un mondo giusto e vivibile per tutti.Siamo di fronte nel nostro Paese, travagliato da una gravissima crisi economica, ad una pesantissima caduta dell’etica pubblica, al manifestarsi quasi quotidiano di fenomeni di corruzione. La conseguenza inevitabile di questa deriva è costituita dalla perdita di fiducia e dal diffondersi di un acuto disinteresse da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica. Il distacco dei cittadini dalla cosa pubblica va superato con una forte e profonda rigenerazione della politica che, richiamandosi ai valori della Resistenza, riconduca gli amministratori pubblici al dovere costituzionale di servire la collettività e il bene comune. Al lavoro, valore fondante della Repubblica, deve essere restituito il suo ruolo e la sua dignità, eliminando il contrasto stridente tra i principi costituzionali e la durissima realtà del nostro Paese. I giovani, in particolare, avvertono drammaticamente il disagio di non poter accedere al mondo delle professioni, di dare dunque degno e fattivo sviluppo alle proprie capacità e seguito ai sacrifici messi in campo per studiare e ottenere competenze. E’ indispensabile ribadire ancora una volta che i valori a cui ispirarsi sono solo e sempre quelli costituzionali, di una democrazia fondata sulla rappresentanza, la partecipazione, sulla divisione e l’equilibrio dei poteri, sul rispetto della persona umana, delle istituzioni, delle regole da parte di tutti. Non è più tollerabile che si ripetano, con sempre maggiore frequenza, nel nostro Paese e a Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza, manifestazioni di movimenti neofascisti, antisemiti e xenofobi in netto contrasto con i principi e con il carattere antifascista della Costituzione repubblicana. Ai Sindaci e ai Prefetti chiediamo, in questo senso, attenzione, coraggio e consapevolezza piena del proprio ruolo di tutori della democrazia, minacciata dai suddetti movimenti.Nella ricorrenza del settantunesimo anniversario della Liberazione e del 70° anniversario dei grandi eventi del 1946 (Repubblica, voto alla donne, Costituente ) che segnarono i primi passi della democrazia , dopo l’oscurantismo fascista, dobbiamo assumere l’impegno solenne a realizzare gli ideali per cui tanti sacrifici sono stati compiuti dai Combattenti per la Libertà e a tradurre nella realtà i valori contenuti nella nostra Costituzione, consegnando ai giovani la speranza di un futuro migliore, in un’Italia libera e democratica e in un’Europa unita, sociale e in cui venga collocato al primo posto, come indicato dall’art.2 della Costituzione, il dovere della solidarietà".
Concentramento dei partecipanti al corteo in Corso Venezia, a partire dalle ore 14.00, comizio conclusivo in piazza Duomo.