UILPA Milano e Lombardia
 

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Pubblichiamo la nota a firma del Segretario Generale UILPA Penitenziari Eugenio Sarno, indirizzata al Capo del Dipartimento A.P. Santi Consolo, inerente la situazione degli Istituti della Lombardia e relativa gestione dei detenuti. E' urgente e indifferibile il confronto con i vertici dell'Amministrazione, per evitare che il sistema collassi.  "Abbiamo appreso la notizia della gravidanza di una detenuta ristretta presso la Casa di Reclusione di Milano Bollate; purtroppo non la prima.Ciò, inevitabile, oltre ad alimentare una campagna stampa, dai toni anche denigratori, determina sentimenti di grande tristezza ed amarezza nel personale che quotidianamente produce ogni sforzo per garantire la tenuta del sistema; ma genera anche la nostra convinzione che sia sempre più necessario un momento di riflessione comune. Riteniamo sia lampante come la gestione degli istituti penitenziari, ma la detenzione nel suo complesso, viva un momento molto particolare: forse (ma non troppo forse) frutto delle scelte, politiche ed amministrative, succedutesi negli ultimi anni. Scelte che incidono, e non poco, sull’immagine, sull’operatività e sulla qualità dei servizi dell’Amministrazione Penitenziaria, ma in particolare del Corpo di Polizia Penitenziaria. Non sfugga, infatti, come siano in esponenziale aumento episodi violenti nei confronti del personale: aggressioni, minacce, insulti, sputi, lanci di deiezioni e le più disparate insubordinazioni e insofferenze alle regole del convivere comune.Quelli che una volta potevano essere considerati i “rischi del mestiere” nell’attualità sono sempre meno rischi (nell’accezione di straordinarietà) e molto più quotidianità associata all’espletamento del servizio.Non di meno alle già richiamate gravidanze ”intramoenia” le cronache riferiscono anche di evasioni di detenuti ritenuti “affidabili” (vedasi i lavoranti ad dell’EXPO 2015)). Tra l’altro basta scorrere l’elenco del nostro “diario di bordo” (sito www.polpenuil.it monitoraggio quotidiano degli eventi critici) per avere il quadro desolante e preoccupante della deriva (...)

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