UILPA Milano e Lombardia
 

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Di seguito l'editoriale a firma di Eloisa Dacquino, pubblicato sul secondo numero del UILPA Magazine Lombardia, periodico di informazione sindacale regionale.

                    "Le nazioni, come gli uomini, muoiono per impercettibili scortesie". Jean Giraudox                                                              
Non stupisce l'idiosincrasia del tesseramento, oggetto dell'ultimo attacco - in ordine di tempo - sferrato ai sindacati dal Premier Renzi: l'idea che i processi democratici e partecipativi di qualunque associazione (e quindi anche dei partiti politici),  possano essere sostituiti da forme alternative di 'baronia' mediatica,  é coerente con la visione di un partito (democratico?), che ha consentito a chiunque l'elezione del proprio Segretario in cambio di due euro. D'altronde l'idea di abolire gli iscritti non é nuova nelle fila renziane (qualcuno ricorderà le affermazioni di Michele Emiliano); si acclama e sostiene (senza discutere), il leader più cool che questa modernità e questo  'nuovismo' (così arcaici) impongono, da un popolo  che si vorrebbe sempre più social, tele, twitter dipendente. E il perché é presto detto: l'esercizio della democrazia impone rispetto, dialogo, ascolto; esige di dare senso, diritti e doveri a chi liberamente, impegnandosi in prima persona, decide di aderire a una comunità. Impone che il tempo dedicato alla discussione e alla proposta possa essere esercitato. Ma il tempo é nemico della modernità, e con la globalizzazione il nostro interlocutore é ovunque:  al confronto  si preferisce l'uso di slogan e hastag,  alla  discussione e al rispetto  la "gogna" mediatica di chi osa contrapporre idee e proposte diverse, alla dialettica parlamentare il ricorso continuo al voto di fiducia. Ciò che resta, in questa bolla d'aria in cui il paese sembra imprigionato, é un  partito che attraverso il suo leader, nonché capo del Governo, sembra non essere in grado di rispettare  la storia e la lunga militanza di milioni di persone che ancora credono nei valori della comunità,  della  gratuità,  della democrazia, delle Istituzioni.  E tra questi certamente donne e uomini che nella loro veste di servitori dello Stato, si sentono quotidianamente offesi e calpestati nell'esercizio dei propri doveri: non si trova  tempo per aprire il confronto con chi li rappresenta, non si trovano risorse per rinnovare i contratti scaduti da oltre sei anni. Non si trova tempo per discutere delle molte idee e proposte che i sindacati unitariamente avanzano per riformare realmente ed efficacemente la Pubblica Amministrazione. Questo tempo lo si riserva ad inutili passerelle, spot e pseudo riforme,  mentre la spesa pubblica continua ad aumentare di pari passo alle consulenze commissionate a "professionisti": dagli 898 milioni di euro del 2009,  ai 990 del 2011 e il miliardo di euro del 2012, si è passati ai 1.150 del 2015. Agli annunci mirabolanti di risorse da destinare per la banda larga, infrastrutture e chi più ne ha ne metta, non un euro per chi quotidianamente tutela e salvaguardia il welfare nel nostro paese.  E mentre tutto ciò accade, viene varato un provvedimento che anziché combattere l'evasione fiscale, la incentiva: la non punibilità per le dichiarazioni che differiscono del 10% e l'aver innalzato da 50 mila a 150 mila euro la soglia per la procedibilita' penale. Un regalo agli evasori, con buona pace dei pensionati e lavoratori dipendenti,  tassati alla fonte. Qualcosa non torna, caro premier, e non solo nei conti: ai facili slogan, anteponga con atti concreti, attraverso il confronto, il benessere della collettività; alle diatribe di partito e a questo triste e malcelato consociativismo, il bene del paese.                                                                                                                                          

Eloisa Dacquino    Segretaria Generale UILPA Milano e Lombardia                                                                                                                                                   

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