Abbiamo seguito con preoccupazione lo schizofrenico evolversi di notizie legate alla manovra finanziaria che di ora in ora hanno segnato, nonostante l’appello del Capo dello Stato, la perdita di credibilità internazionale del nostro paese.
Un impasse politico, di un governo e di una maggioranza che ha continuato a cercare la quadratura del cerchio sulle coperture finanziarie con misure che un giorno si e l’altro pure subivano modifiche, oramai ‘incapace di intendere e di volere’ e che dovrebbe dare si un contributo di solidarietà ai cittadini italiani, andandosene.
Una classe dirigente inadeguata, che non ha saputo e voluto recepire le nostre proposte per tempo e tradurle in misure utili al risanamento; una manovra iniqua e depressiva, che colpisce redditi certi e dichiarati, rovinosamente mancata nel sostegno alla crescita e all’economia del nostro paese.
Una stangata che rappresenta di fatto inaudito accanimento punitivo e ‘odio di classe’ nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego.
Oggi lo chiamano contributo di solidarietà quello imposto ai dipendenti pubblici, dopo averci sottratto la contrattazione, imposto il blocco dei contratti, delle retribuzioni, del turn over, depotenziato la contrattazione integrativa, ridotto gli organici, oltre alle attuali previsioni in ‘manovra’: taglio delle dotazioni organiche, differimento delle tredicesime, posticipazione del TFR, soppressione degli enti, riorganizzazione degli Uffici Giudiziari, accorpamento e cancellazione dal calendario di date dal profondo valore storico e simbolico, violazione dei principi di uguaglianza e progressività del sistema fiscale.
Noi tutto questo preferiamo chiamarlo azzardo morale, aver condotto il paese a un punto di non ritorno grazie all’improntitudine della casta berlusconiana; azzardo morale aver messo le mani nelle tasche di lavoratori dipendenti e pensionati che oltre il danno sconteranno la beffa di pagare a caro prezzo in Comuni e Regioni virtuosi servizi di prima necessità, oltre le imposte locali.
Azzardo morale, aver innalzato l’idea che i guadagni sono privati, le perdite socializzabili, i privilegi intoccabili.
Azzardo morale non aver sostenuto, salvaguardato e difeso in questi anni di Governo oltre il lavoro, il nostro ruolo di garanzia e tutela dello stato sociale.
A questo gioco al massacro e a questa manovra della disperazione NOI DICIAMO NO!: vogliamo credibilità, giustizia, equità; vogliamo che si riducano i costi della cattiva spesa pubblica e si combatta efficacemente l’evasione e l’elusione fiscale nel nostro Paese; vogliamo la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, il rispetto, la giusta valorizzazione del nostro ruolo e della nostra professionalità.
Ai virtuosi sostenitori del Federalismo, che con i tagli ai Ministeri non riusciranno più neanche ad appendere alle pareti la loro effigie di lotta e di Governo e a quanti negli ultimi giorni hanno continuato a sostenere cure da cavallo da somministrare agli Statali, ricordiamo che unitamente ai sacrifici ( PER TUTTI!) bisogna essere in grado di costruire i benefici e in questo nostro Paese ormai allo sbando sono riusciti unicamente a costruire i primi: senza idee, senza progetti di sviluppo, questa manovra non potrà che generare nuova depressione e aggiungere declino al declino.
Ai lavoratori della Pubblica Amministrazione, ai nostri iscritti e simpatizzanti, ribadiamo che non ci faremo piegare dall’arroganza e dall’improvvisazione!
Di seguito al sit-in che ci ha visto partecipare nella giornata di ieri la protesta davanti al Senato, la UIL PA Milano farà seguire ulteriori azioni di lotta su questo territorio; verso lo sciopero generale del pubblico impiego la cui data sarà indicata al termine dei lavori del Comitato Centrale della UIL il prossimo 16 settembre, la nostra mobilitazione continua contro la svendita della PA e la criminalizzazione dei dipendenti pubblici.
Milano, 2 settembre 2011