-Intervista a cura dell’Ufficio Stampa della UIL Lombardia-
Segretario dopo il 6 novembre, giorno in cui il 53% delle Organizzazioni Sindacali nazionali hanno sottoscritto la pre-intesa del CCNL Comparto Funzioni Centrali, si è alzata una grande conflittualità sindacale. Perché si sono così tanto inaspriti i toni con le altre OO.SS.?
Vede, decidere il destino di quasi 200mila uomini e donne dello Stato con poco più della metà delle rappresentanze è già di per sé un fatto inedito che deve far riflettere i destinatari di quel contratto che noi abbiamo subito definito umiliante. Così come, mai successa prima, è la spaccatura della triplice Confederale, con la CISL che si è inspiegabilmente sfilata. Da un lato ci sono coloro che sostengono che quello firmato è un ottimo contratto; dall'altro, ci siamo noi della UILPA, unitamente ad altre due OO.SS., che sosteniamo senza tregua che trattasi di un contratto vergognoso che calpesta la dignità di chi lavora per lo Stato. In calendario c'erano già le elezioni RSU, si doveva solo decidere quando, e la generazione di conflittualità era più che ovvia.
Madonia, a proposito di elezioni RSU, ormai prossime, se un collega (o una collega) le chiedesse perché dovrebbe votare UILPA?
Anche la risposta a questa domanda mi sembra un'ovvietà. Dal momento in cui la UILPA ha subito mosso ferma opposizione ad un contratto che non risponde a nessuna delle esigenze rappresentate dai sindacati, anche quelli che poi lo hanno firmato, sembra evidente come si debba sostenere un sindacato che, già dal CCNL 25-27 farà valere il proprio peso politico. Un peso politico che solo attraverso il voto RSU può essere migliorato e proiettato verso la rivendicazione di maggiori garanzie, dignità ed aumenti. Questo possiamo farlo, solo se ribaltiamo quella maggioranza del 53% che, il 6 novembre, ha svenduto i colleghi al ribasso. Forse oggi la domanda più adatta è: perché i colleghi non dovrebbero votare chi ha firmato?
Bene, allora risponda pure alla sua domanda, evidentemente provocatoria.
Provocatoria o no, quando ci sono di mezzo i diritti e la dignità del personale che fa funzionare la macchina pubblica, francamente, potrei anche spararla più grossa. Mi piace tuttavia argomentare il mio dissenso verso alcune OO.SS.. La Cisl che ha voltato le spalle alla storica triplice Confederale, in verità ha tradito chi la sostiene, rimangiandosi tutto ciò che aveva rivendicato qualche mese prima di quel maledetto 6 novembre. Esiste infatti una piattaforma unitaria di avvio di lavori del CCNL, che non dice altro che quello che normalmente si deve chiedere per i contratti nazionali. Ovvero partire dall'analisi del dato dell'inflazione per creare le basi della trattativa. Un'inflazione del 18% che preoccupava anche la CISL fino al 5 novembre. Perché il 6 novembre, la ex cugina confederale, per quanto mi riguarda, ha chiuso gli occhi firmando un contratto con una scandalosa base di 5,78 di copertura inflazione, ovvero meno di un terzo di quello che chiedeva fino a qualche mese prima!!
Segretario Madonia, a suo parere, come mai la CISL ha avuto questo ripensamento?
Con altrettanta franchezza, dico che bisognerebbe chiedere a loro, visto che non trovo alcuna logica sindacale in quella scelta. Sempre se per “logica sindacale” si debba intendere la tutela della categoria di lavoratrici e lavoratori che si rappresentano.
Madonia, ma è solo la CISL il problema secondo lei?
La Cisl è il primo problema, perché se non si fosse rimangiata la piattaforma unitaria, e tradito quindi i colleghi, oggi potremmo parlare di aumenti che non collocano il personale del Comparto Funzioni Centrali al di sotto dell'ultimo posto nella classifica dei contratti in Italia. Si pensi al contratto delle Poste che ha assicurato un aumento di 230 euro mensili, contro i 160 lordi dei pubblici dipendenti, come se questi ultimi abbiano meno responsabilità dei postini, con tutto il rispetto per i postini. La cosa assurda è che la stessa CISL, in altri Comparti, privati e pubblici (Scuola), sostiene che il 6% di copertura di inflazione sia assolutamente inadeguata. Chissà se è la stessa Cisl, verrebbe da chiedersi. Sorridiamo per non piangere. Chiaro, poi esistono altre plateali incoerenze. Il Confsal-UNSA a settembre del 2023 sosteneva "servono 342,50 euro, altrimenti è vergogna, pronti alla mobilitazione". Sosteneva ciò che un sindacato deve sostenere, ovvero l’apertura del tavolo contrattuale con risposta all'inflazione. Peccato che poi, 14 mesi dopo, in quel maledetto 6 novembre, anche il Confsal-UNSA firma un contratto che prevede meno della metà di quell'aumento senza il quale sarebbero scesi in piazza (??). Anche in questo caso, sorridiamo per non piangere. Questa è storia, oggettiva e inconfutabile. Elementi anche documentati che, vivaddio, i colleghi stanno tenendo in debita considerazione.
Segretario, è proprio convinto che la posizione UILPA verrà, in qualche modo, premiata dal risultato elettorale RSU?
Non ho la sfera di cristallo e non posso fare pronostici su un appuntamento così importante in cui le variabili sono tante e le strumentalizzazioni hanno un ruolo fondamentale. Quello di cui sono certamente convinto è che le persone hanno testa per pensare, molti hanno finalmente tolto il “prosciutto dagli occhi” e le scelte di casacca possono avere un senso, fino a quando non devono costringere all'autolesionismo. Usando esempi calcistici, io posso anche essere tifoso di una squadra, ma se quella squadra fa acqua da tutti i lati, devo avere l'onestà intellettuale di ammetterlo. Specie quando, e torniamo a noi, la cecità del mio tifo mi sta producendo solo umiliazione e impoverimento, rispetto a tutto il mondo del lavoro.
Insomma, ottimismo allo stato puro da parte del Segretario Regionale UILPA.
Direi realismo, suffragato da conferme e sostegno di tutti i colleghi che abbiamo ascoltato e che hanno partecipato ai nostri incontri. È il caso di aggiungere che la bontà della nostra azione, quella di ritenere umiliante il contratto, paradossalmente, è anche confermata da chi quel contratto lo ha firmato.
Madonia, questa cosa mi sembra assurda. Ma come è possibile?
Non solo è possibile, è reale e documentata. All'indomani di quel maledetto 6 novembre sono partite una serie di contestazioni interne rispetto alle politiche nazionali, sia in CISL che in FLP, anche quest'ultima firmataria del CCNL. Contestazioni fatte di documenti sottoscritti da diversi dirigenti sindacali attivi, alcuni di spicco. Mal di pancia interni che, nel caso di FLP, hanno addirittura prodotto le dimissioni di sindacalisti nazionali anche storici.