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I LAVORATORI DI BRERA E CENACOLO RIVENDICANO IL DIRITTO DI CELEBRARE LA FESTA DEL LAVORO. Con il Decreto-Legge 20 settembre 2015, n. 146 il Ministro Franceschini, ha trasformato i luoghi di cultura in “servizi essenziali”, cioè paragonando il nostro servizio a quello garantito dal Pronto Soccorso degli Ospedali, ha imposto per legge l'apertura del 1 gennaio e del 1 maggio FESTA DEL LAVORO. Franceschini, cioè, ha trasformato la festività del Primo Maggio per il lavoratori dei Beni Culturali in una giornata lavorativa ordinaria.Tutto in nome di una presunta difesa del diritto dei cittadini di avere accesso alla cultura.

Non è certo garantendo il diritto ai lavoratori di scegliere se lavorare o meno il 1° maggio, che si privano i turisti del diritto di accesso alla cultura. E’ una mistificazione, volta solo a farci arretrare sul piano dei diritti. I lavoratori del MIBACT garantiscono tutto l’anno la piena fruizione di Musei, Biblioteche, Archivi, nonostante le carenze di organico ed i tagli alle risorse. In Europa, i nostri siti museali garantiscono, se paragonati ai servizi omologhi, il maggior numero di giorni e di ore di apertura al pubblico: 11 ore al giorno per 6 giorni a settimana, grazie ad accordi sindacali, stipulati all’epoca del Giubileo 2000, in previsione del flusso turistico che l’evento avrebbe determinato, e che hanno ormai hanno vent’anni; vent’anni contrassegnati da politiche di riduzione degli organici pubblici, riduzione delle risorse economiche, che i servizi avrebbero dovuto garantire, e progressiva precarizzazione dei rapporti di lavoro degli addetti al settore.

La politica d’immagine del Ministero è tesa solo a propagandare statistiche, nascondendo sotto il tappeto le difficoltà di un settore su cui non si investe adeguatamente: non si può pretendere di programmare la valorizzazione dei siti culturali senza garantire organici che consentano le turnazioni del Personale e le risorse economiche che il contratto di lavoro stabilisce. Pertanto, stiamo assistendo ad un lento smantellamento del servizio pubblico, attraverso il crescente ricorso ad appalti ed esternalizzazioni di attività istituzionali, che valutano il costo del lavoro, esclusivamente come una variabile da ridurre, con i costi sociali che questa scelta prevedibilmente determinerà.

Riteniamo che ignorare il valore del 1° Maggio (Festa del Lavoro) significa sminuire la memoria storica del nostro paese e le battaglie combattute dai lavoratori per la conquista della libertà, dei diritti e delle tutele.

Milano, 1 maggio 2018    RSU Pinacoteca di BRERA - RSU CENACOLO Vinciano

In allegato l'articolo pubblicato sul Giorno, con intervista alla Segretaria Regionale UILPA Beni Culturali, Artemisia Fasano